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Indagare la bellezza: un approccio inclusivo e multidisciplinare

Giovedì 3 ottobre 2024, la nostra Fondazione ha ospitato il Convegno “Indagare la bellezza: un approccio inclusivo e multidisciplinare” , un incontro che ha esplorato la bellezza non solo come concetto estetico, ma come forza culturale e sociale capace di promuovere inclusione e sviluppo. Questo evento ha offerto un prezioso spazio di dialogo tra esperti provenienti da discipline diverse, consentendo di indagare la bellezza da prospettive molteplici: dall’arte classica all’intelligenza artificiale, dalla neuroestetica alla sociologia. Spazio anche a momenti istituzionali che hanno conferito ulteriore valore al Convegno realizzato in collaborazione con il “Colline Cultura Photo Festival”.


La bellezza come motore di inclusione sociale

 

Il nostro Presidente, Carlo Majorino, ha introdotto l’evento con una riflessione sull’impegno storico della Fondazione in ambito di inclusione sociale e promozione culturale, ricordando che l’OMS (2020) evidenzia l’impatto delle arti come risorsa di benessere e salute.


Nel corso del convegno, è emersa con forza l’idea che la bellezza non sia un valore isolato o elitario, ma un catalizzatore per la coesione sociale. Come sottolineato da Michela Favaro, Vice Sindaca di Torino, “dove c’è bellezza e cultura, spesso si osservano minori livelli di disagio e illegalità.” L’arte e la bellezza, infatti, svolgono un ruolo fondamentale nel creare ambienti che favoriscono l’inclusione e riducono il degrado sociale.


Anche Sonia Cambursano, rappresentante della Città Metropolitana di Torino, ha messo in luce il legame tra bellezza e progresso sociale, evidenziando come il progetto europeo “New European Bauhaus” promuova la valorizzazione dell’ambiente naturale e sociale. In questo contesto, rendere i luoghi in cui viviamo più belli e accoglienti è visto come un potente strumento per favorire lo sviluppo economico e sociale.


Arte, Neuroscienze e Intelligenza Artificiale: un dialogo multidisciplinare tra etica e cultura


Uno degli aspetti più affascinanti del convegno è stato l’approccio multidisciplinare all’idea di bellezza.

 

Tra i relatori, Roberto Cardaci, sociologo e moderatore del convegno, ha offerto una prospettiva storica e sociale sul concetto di bellezza. Partendo dall’Antica Grecia, dove bellezza e umanità erano strettamente collegate, ha ripercorso il cambiamento di questo concetto attraverso le epoche. Dall’estetica interiore del Medioevo alla società mercantile e industriale, Cardaci ha evidenziato come la bellezza sia passata dall’essere un valore etico e comunitario a un oggetto di possesso individuale.


Guarda qui il video dell'intervento.


Andrea Cirincione, psicologo del lavoro e delle organizzazioni, ha arricchito il dibattito con un affascinante excursus storico-artistico. Ha sottolineato come la bellezza sia sempre stata al centro delle preoccupazioni umane, non solo nell’arte, ma anche nel modo in cui viviamo e interpretiamo il mondo. Citando opere come La Scuola di Atene di Raffaello e Guernica di Picasso, Cirincione ha spiegato come l’arte rappresenti non solo il bello, ma anche le complessità morali e sociali dell’umanità, coinvolgendo lo spettatore in una riflessione più profonda.

 

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Caterina Garofalo e Francesco Gallucci, attraverso un’analisi neuroscientifica, hanno esplorato come il cervello umano percepisca “il bello”, sottolineando come la bellezza sia strettamente legata alla percezione soggettiva e alla neuroestetica. Attraverso studi di risonanza magnetica funzionale (fMRI), è stato dimostrato che il nostro cervello reagisce in modo specifico all’armonia delle forme e dei volti, confermando che esiste una base neurobiologica per la nostra esperienza del bello.


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L’intervento di Massimo Giordani, Presidente di AISM - Associazione Italiana Sviluppo Marketing, ha aggiunto una dimensione critica legata all’Intelligenza Artificiale, analizzando come le tecnologie digitali stiano ridefinendo i confini della bellezza. Giordani ha posto interrogativi profondi sulle implicazioni etiche e artistiche dell’IA, invitando a riflettere se la creatività possa essere considerata un’esclusiva dell’uomo o se possa essere condivisa con le macchine.


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Francesco Canale, artista e scrittore, ha infine portato un contributo personale e intenso. Ha spiegato che l’arte non è solo un mezzo di espressione, ma un modo per conoscere sé stessi e per connettersi con gli altri, un potente strumento di inclusione che ci invita a guardare oltre le differenze. “L’arte mi salva,” ha affermato, “non è una medicina, ma una pratica quotidiana che ci aiuta a superare i nostri limiti e a includere l’altro come parte di noi stessi.”


Guarda qui il video dell'intervento.


La Tavola Rotonda: un confronto aperto e inclusivo

 

Il convegno si è concluso con una Tavola Rotonda, moderata da Roberto Cardaci, in cui i relatori hanno discusso in modo aperto e partecipato le varie dimensioni della bellezza e il suo impatto sulla società contemporanea. Dalla necessità di preservare il patrimonio artistico alla sfida di rendere l’arte accessibile a tutti, la tavola rotonda ha offerto spunti significativi su come la bellezza possa essere una forza propulsiva per l’inclusione sociale, l’innovazione e il benessere collettivo.


Una visione di bellezza per il futuro

 

La bellezza, in tutte le sue forme, artistica, intellettuale, sociale ed estetica, è un potente motore di inclusione sociale. L’arte e la cultura della bellezza sono strumenti capaci di abbattere barriere, stimolare il dialogo e creare un senso di appartenenza. In un’epoca in cui le tecnologie avanzano e i confini dell’arte si espandono, è importante riflettere su come la bellezza possa contribuire a migliorare la qualità della vita e a costruire una società più equa e solidale. La nostra Fondazione continuerà a promuovere questa visione, convinta che la bellezza, se accompagnata dalla cultura e dall’inclusione, possa davvero fare la differenza.


Guarda il video completo su YouTube.




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