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Il valore del dono per il nostro futuro

Il termine “dono” implica un impegno che merita di essere valorizzato; che si tratti di tempo, denaro, o aiuto, è fondamentale imparare a riconoscerlo e ad apprezzarlo.

Il dono non necessita di spiegazioni nel suo significato, e la sua etimologia è facilmente riconducibile al latino "donum", derivato dal verbo "do", infinito "dare". Il dono è qualcosa che viene offerto.

Si può anche affermare che il dono rappresenta la manifestazione della generosità insita in ogni essere umano.

 


Il significato della parola “valore”

La parola “valore” deriva dal latino valeo e ha un doppio significato: “essere sano” ed “essere forte”. Analizzando il suo etimo si intuisce che il valore di chi dona deriva dalla condizione di essere nella pienezza delle proprie forze, sia economiche che fisiche, e quindi di poter manifestare questa situazione di ricchezza.

Un dono di grande valore riflette principalmente lo status quo del donatore, dimostrando forza e superiorità, poiché solo pochi possono permettersi di donare molto. Tuttavia, non tutti coloro che possono permettersi di fare doni significativi lo fanno, e non tutti quelli che donano agiscono sempre con pura generosità, senza secondi fini o senza utilizzare i doni come strumenti per aumentare il proprio potere.

Pertanto, chi dona molto e senza secondi fini, ma solo per pura generosità e volontà di fare del bene, manifesta un modo di essere che può essere compreso solo citando un altro termine: “grazia”. Questa parola richiama una dimensione che va oltre il mero interesse economico, in cui viene meno il principio del “do ut des”.


 

Il “vero” donatore è anche un “egoista intelligente”?

Il donatore “vero” non dona per ottenere qualcosa in cambio, ma per creare benessere, che sia per un individuo, per un gruppo o l'intera società.

Possiamo dunque considerare il donatore come un altruista sotto ogni aspetto? La risposta è sicuramente sì. Tuttavia, da un punto di vista filosofico e sociologico, il donatore può anche essere pensato come un “egoista intelligente”, in quanto percepisce il benessere degli altri come una forma di benessere per la propria persona.

 

 

L’importanza dell’economia del dono in Italia

Secondo alcuni dati Istat l'economia del dono in Italia vale circa 8 miliardi di euro l'anno, di cui 5,3 miliardi provengono da privati, mentre le 82 fondazioni bancarie contribuiscono con 910 milioni e le aziende con 600 milioni.

Durante il biennio 2020 - 2021, a causa della pandemia da COVID - 19, si è verificato un drastico calo nelle donazioni, ma nel 2022 i livelli sono tornati a salire, pur restando ancora lontani dai dati pre - pandemici. Tuttavia, gli italiani stanno lentamente riprendendo le pratiche del dono.

Un'analisi effettuata su 275 fondazioni filantropiche ha mostrato che il 72% si definisce "erogativo". Eppure, le erogazioni avvengono sempre più spesso attraverso la co - progettazione di servizi piuttosto che con contributi a fondo perduto e per quanto riguarda la responsabilità sociale d'impresa, solo lo 0,06% delle 6 milioni di aziende censite dichiara sul proprio sito di essere attivamente impegnata, con il settore manifatturiero che risulta il più generoso.

Secondo l'Istituto Italiano della Donazione (IID), nel 2022 il numero di italiani che ha donato denaro almeno una volta a organizzazioni del Terzo Settore è salito al 12,8%, rispetto al 12% del 2021. Le donazioni tra gli uomini sono rimaste stabili, mentre tra le donne sono aumentate. Le regioni del Sud hanno visto una crescita dell'1,2% e nei Comuni con meno di 2.000 abitanti l'aumento è stato del 2,5%.

Anche l'importo medio delle donazioni annuali è cresciuto, passando da 61 a 69 euro.

Donare è un atto libero e volontario, spesso motivato da emozioni personali, e viene considerato semplice poiché non richiede un coinvolgimento diretto. Ciononostante, quando il donatore è direttamente coinvolto, il gesto diventa ancora più consapevole e significativo.

Con l'aumento delle fondazioni e delle associazioni filantropiche, nel 2021 è stato istituito il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) per garantire la massima trasparenza e affidabilità ai donatori. Il variegato mondo del Terzo Settore italiano continua a espandersi, con esperti, professionisti e stakeholder che lavorano per coinvolgere i donatori italiani in progetti legati all'infanzia, all'inclusione, alla salute, e alla tutela dell'arte e dell'ambiente, colmando le carenze lasciate dalle istituzioni pubbliche.

In Italia, il 5xmille è uno strumento potente per il miglioramento della società; eppure, solo il 40% dei contribuenti italiani esprime la propria volontà al momento della dichiarazione dei redditi. Ci sono quindi ampi margini di miglioramento, sia da parte della politica che dovrebbe impegnarsi di più, sia da parte dei cittadini e delle organizzazioni beneficiarie.


 

Le sfide giornaliere del Terzo Settore

Una delle sfide principali del Terzo Settore è combattere la mancanza di partecipazione alle donazioni e sviluppare nuovi metodi per coinvolgere più persone nella creazione e nella partecipazione di progetti e iniziative, esprimendo il proprio impegno attraverso il dono.

Nel contesto filantropico, che è in continua evoluzione e sempre più digitale, interconnesso e senza intermediari, l’obiettivo è quello di facilitare la costruzione di relazioni positive e di aumentare la fiducia e l'empowerment degli attori sociali. Un sistema ricco di relazioni, più rapido ed efficiente, è dunque in grado di attrarre un maggior numero di donazioni e investimenti.


 

Perché c'è scarsa donazione o poca donazione?

Secondo uno studio condotto nell'ottobre 2023 dal laboratorio di ricerca sociale Walden Lab, la principale ragione dietro alla scarsa donazione o alla sua assenza risiede nella dimensione individualistica e familiare predominante, che genera distacco e disinteresse verso ciò che accade intorno a noi.

La seconda motivazione è l'immagine negativa spesso associata alle organizzazioni, percepite come distanti e poco trasparenti nell'utilizzo dei fondi raccolti.

In aggiunta, una comunicazione poco efficace e poco coinvolgente può portare a risultati deludenti rispetto agli obiettivi prestabiliti.

Ad ogni modo, giungono notizie alquanto confortanti dal mondo delle neuroscienze di Harvard: donare genera felicità, poiché l'atto della donazione scatena una risposta di gratificazione negli individui, sia a livello ormonale che cerebrale. Pertanto, è cruciale impegnarsi tutti perché aumentino le donazioni.





Immagine realizzata dall'intelligenza artificiale DALL-E di OpenAI.










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